GIORGIO CASSETTA: COME INTERPRETARE L’IDENTITA’ DI BENETTI

Giorgio Cassetta durante il Monaco Yacht Show 2022

Il designer racconta come ha creato delle linee senza tempo ricercando un linguaggio innovativo degno di un marchio che ha fatto la storia dello yachting.

Al Monaco Yacht Show 2022, Benetti ha presentato il custom yacht di 65 metri Triumph dalle linee esterne, filanti e scultoree, opera di Cassetta Yacht Designers, il noto studio italiano capace di esprimere l’essenza stilistica del cantiere.

Benetti Triumph in porto durante il Monaco Yacht Show 2022

L’imbarcazione ha una prua molto lunga e 5 ponti chiusi oltre al Sundeck con aree lounge e Jacuzzi. La zona riservata agli ospiti è separata, ma collegata, a quella destinata all’equipaggio.

Benetti Triumph ponti

Il comfort è pensato per estesi periodi di crociera. L’Upper Deck ha dimensioni inusuali con un’ampia area dining di poppa, completata da un american bar e da un salottino panoramico a prua, zona che all’occorrenza può servire come helipad touch and go.

Nel Bridge Deck s’incontra la veranda/palestra, un ambiente con aria condizionata e vetrata scorrevole.

Giorgio Maria Cassetta designer

Abbiamo chiesto a Giorgio M. Cassetta di spiegarci su cosa ha lavorato per caratterizzare l’evoluzione della serie B.Century.

“Il futuro di una gamma di grandissimo successo commerciale con 5 nuovi modelli si basa su tre pilastri: l’identità riconoscibile di Benetti, il linguaggio stilistico dando dignità al tratto del flusso delle linee ed il layout. Quest’ultimo punto è il più importante perché la gestione degli spazi di bordo, su barche di queste dimensioni, distingue la qualità del prodotto permettendo all’armatore di vivere con soddisfazione la scelta fatta al momento dell’acquisto con un’esperienza che non va a scemare, ma si consolida nella fruizione.”

Che cos’è uno yacht per Benetti?

“Il marchio ha inventato lo yachting come lo concepiamo oggi con i panfili degli anni ’60 che sono nella memoria di chi ama la nautica, un orgoglio del Made in Italy. Esistono diversi fattori che contribuiscono a tracciare l’identità fra cui un certo tipo di proporzioni ed uno svolgersi dei volumi che sono arrivato a chiamare l’onda Benetti con prue possenti che vanno a crescere nella zona centrale per poi alleggerirsi, quasi a fondersi con l’orizzonte.”

Benetti Triumph vista prua in navigazione

In cosa si distingue la serie B.Century?

“I tratti caratteristici sono stati interpretati nel passato, da me e da altri designer, partendo da segni molto riconoscibili che in qualche modo inquadravano le masse principali della barca con linee piuttosto nette e determinate interruzioni.

Con la gamma B.Century cerchiamo di fare un lavoro differente. Prendiamo il segno e lo rendiamo perfettamente continuo intorno ad ogni elemento. Idealmente si potrebbe camminare su queste superfici esterne senza mai scendere o salire un gradino. Non troviamo interruzioni, non c’è un tratto che definisce un volume, ma esistono dei volumi che crescono, elevandosi o abbassandosi. Le proporzioni plasmano l’equilibrio fra masse trasparenti ed opache che costruiscono l’identità Benetti in maniera discreta grazie ad una continuità assoluta. Con un minimo di romanticismo, potremmo dire che se questi oggetti avessero una scala umana potrebbero essere degli animali marini piacevoli da accarezzare.”

Benetti Triumph profilo in navigazione

Qual è stata la sfida più faticosa da superare?

“E’ stato un lavoro durato circa due anni. La ricerca è stata impegnativa perché abbiamo tentato di non essere influenzati da quest’epoca, da altri cantieri o designer. Volevamo un’identità erede del passato, ma singolare, personale, non legata ai trend del momento.

L’ambizione è che nel futuro prossimo siano ancora oggetti attuali ed elegantissimi anche fra 50 anni, un impegno doveroso verso chi ci dà la fiducia di acquistarli o sognarli facendoci l’onore di ammirarli.”

Benetti Triumph salone

Come vivi il ruolo del designer nei confronti dell’ambiente?

“Nel creare yacht abbiamo una responsabilità sociale. Sono imbarcazioni che viaggeranno nei luoghi più belli al mondo e bisogna essere rispettosi della natura e delle persone che magari stanno contemplando l’incanto di posti meravigliosi. Non siamo artisti, ma siamo al servizio di individui che hanno la fortuna di far costruire oggetti paragonabili a quello che nel passato erano i palazzi rinascimentali. Mettiamo a disposizione il nostro know-how nel sapere cosa succederà nella vita reale e nello stesso tempo abbiamo il dovere di offrire un prodotto che s’inserisca nel paesaggio senza deturparlo.”

Benetti Triumph cabina armatore

Come vi aiuta la tecnologia?

“Il nostro campo di ricerca è la comprensione di come un determinato oggetto sarà in scala reale e non l’innamoramento effimero di uno sketch sul tovagliolo. Immaginiamo le barche già tridimensionali con un uso mostruoso di programmi al computer per visualizzare ogni possibile anteprima e siamo orgogliosi che i rendering siano meno belli di quello che poi diventeranno veramente.

Dal punto di vista della fluidodinamica, come studio collaboriamo con i più importanti cantieri al mondo E’ incredibile quello che si riesce a fare con la simulazione numerica. La differenza è che il test consente prove a volte maggiormente complesse. La vasca navale e la simulazione numerica si completano a vicenda garantendo prestazioni ed efficienza.”

I software sono una tentazione per dei virtuosismi? 

“Credo molto nella tecnologia come strumento facendo attenzione che non diventi il fine della progettazione. I programmi vanno padroneggiati benissimo per tenere sotto controllo il risultato, ma non è design scegliere la scorciatoia dell’output dato dal software.

Gli yacht non sono architettura civile, hanno dei vincoli strutturali, tecnici e normativi che lasciano meno libertà di quello che si potrebbe pensare. Non ci sono programmi in grado di fornire soluzioni per estremismi.

Amando profondamente il mio lavoro, quello mi piace è che quando si conoscono le regole si trova il modo di romperle superando i limiti per sorprendere.”

Benetti Triumph bagno armatore

Alcune statistiche dimostrano come le auto ibride di una certa potenza inquinino più di vetture equivalenti a benzina, però non se ne parla. A che punto siete nell’ottimizzazione dei consumi negli yacht?

“Esiste un principio fondante di cui pochi parlano perché non è così facile da ottenere: una barca ben disegnata, e per questo intendo con pesi e posizionamenti corretti con una carena realizzata per quel progetto e non per un modello generico, diventa automaticamente più efficiente. Il Triumph con la sua carena affilata ha dei consumi ridicoli alla velocità di crociera in proporzione alla sua massa ed alle dimensioni.

Si fa molto greenwashing, ma oggi la chiave non è cambiare la modalità di produzione perché non c’è un’alternativa immediatamente disponibile di carburante ad emissioni zero.

Attualmente è possibile fare efficienza anche nella parte di consumi di cui non si parla, come aria condizionata, cucina, entertainment, illuminazione. Tutti elementi accesi 24 ore su 24. Noi stiamo facendo grandi passi in questa direzione.

Come designer preferisco essere onesto ed impegnarmi per rendere la barca il 40% più efficiente piuttosto di prendere in giro il cliente con qualcosa che al momento è a 20 anni di distanza.”

Non perdetevi l’intervista a Giorgio Cassetta sul nostro canale YouTube.

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Fotografie e Video (c) Simona Braga

Foto: Benetti

9 Commenti

  1. Design allo stato puro. Condivido le opinioni sul green washing. Solo l’idrogeno funzionerà per certe barche ed auto. Tutto il resto è marketing.

  2. E’ molto interessante la spiegazione sui volumi. Ci sono barche del tutto sproporzionate e come dice Mancini nel video che avete fatto sono proprio brutte. Complimenti per il sito.

  3. Una lezione di design e responsabilità etica. Concordo l’interior non è all’altezza della leggerezza delle linee dello yacht.

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