AMELIE ET LA METAPHYSIQUE DES TUBES: LINGUAGGI E TECNICHE

«Amélie et la Métaphysique des Tubes»

Il lungometraggio animato, interamente realizzato in Francia, elabora una raffinata costruzione dell’identità visiva, in maniera coerente con le diverse chiavi d’interpretazione della narrazione.

Nella sezione “Séance Spéciale” del Festival di Cannes 2025, è stato presentato il film d’animazione tratto dal best-seller della scrittrice belga Amélie Nothomb che ripercorre i suoi primi anni di vita in Giappone.

Titolo «Amélie et la Métaphysique des Tubes»

Diretta da Maïlys Vallade e Liane-Cho Han, la storia mostra il punto di vista soggettivo di una bambina con un’intelligenza precoce, ripercorrendo le scoperte infantili fino ad un evento che cambia il corso della sua vita.

Amélie e la primavera

L’opera fonde le avanzate competenze della scuola francese dei fumetti con la visione contemplativa del cinema giapponese.

Tradizioni giapponesi in «Amélie et la Métaphysique des Tubes»

La società Maybe Movies, in collaborazione con lo studio 2 Minutes, ha impiegato la tecnica tradigital con Animate per combinare il disegno manuale, eseguito normalmente su tavoletta grafica fotogramma per fotogramma, con i tool del software per gestire livelli, onion skin ed interpolazioni.

Alla base del progetto, vi è un approccio che unisce le professionalità di storyboarder e sceneggiatore.

Vallade e Han, già colleghi in Tout en haut du monde e Calamity, sono in sintonia nell’assemblare ogni sequenza come parte di un tutto, non come episodio isolato. Questo si traduce in un impianto narrativo armonioso e fortemente simbolico che segue la crescita della personalità di Amélie.

Tecniche

Profilo viso Amélie

Stilisticamente, la grafica è priva di contorni neri, preferendo applicazioni uniformi di colore. Questa scelta deriva dal metodo consolidato di Rémi Chayé e richiama esplicitamente autori come Isao Takahata (Studio Ghibli), a cui il film rende omaggio.

Panorama contorno luce «Amélie et la Métaphysique des Tubes»

La direzione artistica di Eddine Noël si è focalizzata sulla capacità della luce di far emergere dall’ombra e sulla credibilità della ricostruzione 3D della casa dell’infanzia di Amélie, rispettando le caratteristiche dell’architettura domestica di Kobe negli anni ’70, filtrata attraverso lo sguardo della protagonista.

La casa di Amélie ricostruita rispettando i dettagli di una tipica abitazione giapponese

Ispirandosi a Libro d’ombra di Jun’ichirō Tanizaki, Noël si serve della luce per rivelare le presenze invisibili, come nella scena in cui uno yōkai, tradizionalmente legato alla soglia tra due mondi, si staglia in controluce in biblioteca.

La famiglia di Amélie

Il film fa un uso sapiente del posing layout, affidato a Marion Roussel e Hanne Galvez, per definire il comportamento dei personaggi, con la supervisione di Juliette Laurent per assicurare coerenza alla composizione, ricorrendo ad un’espressività sobria.

Nishio-san, la nuova generazione giapponese più aperta

Il contrasto fra i personaggi è reso evidente dai colori e dalle posture, come nel caso di Nishio-san raffigurata con linee morbide e rilassate, per rappresentare l’apertura della nuova generazione giapponese, in contrasto con la rigidezza del vecchio Giappone, incarnato in Kashina-San.

Kashima-san, la rigidità della tradizione del vecchio Giappone

Palette cromatica

Amélie al centro di un mandala di fiori

Il trascorrere del tempo e le emozioni si coordinano con le tinte che passano dalla vivacità iniziale ad una gamma più sfumata e realistica, adatta alla coscienza che comincia a percepire un senso di fragilità ed isolamento nel mondo.

Rami d'alberi spogli «Amélie et la Métaphysique des Tubes»

Il colore è usato anche per codificare l’identità dei personaggi: il verde dei germogli per la piccola, il lilla per la nonna che fa conoscere ad Amélie la potenza vitale del cioccolato!

La nonna di Amélie

Editing e musica

Il montaggio, firmato da Ludovic Versace, è stato calibrato fin dallo storyboard per trasmettere emozioni in sincrono con i momenti chiave della colonna sonora composta da Mari Fukuhara. L’andamento accompagna l’evoluzione della bambina e come si rapporta al suo universo. 

Amélie sotto la pioggia con elementi tipici giapponesi

Particolarmente curato il sound design ambientale, come il rumore dell’acqua e delle foglie, ad arricchire la connessione fra le fasi di crescita della protagonista con le stagioni.

 

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Foto/Screenshot:  2 Minutes – Festival de Cannes –Ikki Films – Maybe Movies

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