L’auto scelta per rappresentare il marchio al Salone di Ginevra del 1960 sarà all’asta di Monterey con una valutazione da sogno.
Negli anni ’50, il Cavallino mieteva successi nelle competizioni con i modelli LWB “Tour de France” e 250 TR.
Luigi Chinetti, importatore delle Ferrari negli Stati Uniti, aveva saputo conquistare il mercato sfruttando la fama da gran sportiva ed il distributore per la West Coast, John Von Neumann, riteneva che ci fosse spazio per una Spider adatta al sole della California, una specie di 250 GT berlinetta aperta.
Chinetti raccolse la proposta e convinse Enzo Ferrari della bontà dell’idea. Il design fu affidato a Sergio Scaglietti che creò questa serie leggendaria, realizzata in 106 esemplari, di cui nove con carrozzeria in lega leggera.
Le prime California Spider fecero scalpore nelle competizioni GT con una vittoria di classe a Sebring nel 1959 e classificandosi al 5° posto assoluto a Le Mans, pochi mesi dopo.
Il termine “spider” è un po’ anomalo. Le vetture furono cabriolet o convertibili con tettuccio completamente ripiegabile, a tutti gli effetti aperte su telaio della berlinetta Tour de France.
Dopo che furono prodotte 50 auto LWB passo lungo da 2600 mm, la Ferrari introdusse, dal 1960 al 1962, la piattaforma a passo corto da 2.400 millimetri. La SWB California Spider vantava diversi miglioramenti delle prestazioni, in particolare una carreggiata (la distanza tra il centro delle due ruote dello stesso asse) più larga, ammortizzatori telescopici regolabili Koni, freni a disco sulle quattro ruote e l’ultima versione del V-12 a blocco corto. Su entrambe le serie era disponibile un tettuccio rigido asportabile.
Emozionante da guidare e bella da vedere, fu prodotta in soli 56 esemplari, attirando acquirenti famosi da Hollywood alla Costa Azzurra, tra cui l’Aga Khan, Alain Delon, Brigitte Bardot, James Coburn, Peter Helm, Roger Vadim, Johnny Hallyday.
Sabato 17 agosto 2024, Sotheby’s mette all’asta la prima delle 56 SWB California Spider prodotte, con numero di telaio 1795 GT, dotata delle caratteristiche più ricercate, principalmente di un motore Tipo 168 V-12 da competizione, come specificamente riportato nel Foglio Montaggio Motore delle schede di fabbrica, di cui forse esistono solo tre esemplari.
Si ritiene che il layout del cruscotto sia unico. Rifinita inizialmente in grigio su interni in pelle rossa, il modello partecipò al Salone dell’Automobile di Ginevra, nel marzo 1960.
In seguito tornò a Maranello per il cambio degli interni in nero, prima della consegna al proprietario originale, John Gordon Bennett, un pilota automobilistico inglese, allora residente a Ginevra.
Nel 1963, l’auto attraversò l’Atlantico e fu acquistata da Bob Grossman di Nyack (New York) che la rivendette a Chandler Kibbee, un dirigente senior della Phillip Morris.
Kibbee la tenne nella sua proprietà a Sheridan, nel Wyoming, prima con la targa gialla di New York “CK 65”, poi “CK 68”. Nel 1978 fu acquistata da Michael Alessandro di Pasadena (California) che le diede una targa speciale “1ST SWB”.
La 1795 GT divenne una presenza frequente nelle manifestazioni, comparendo al concorso d’eleganza di Rodeo Drive, a Monterey ed a vari raduni del Ferrari Club of America. Nel 1997, fu esposta alla mostra “50 Year Ferrari” presso il Petersen Automotive Museum di Los Angeles.
Nel 2008, l’auto è stata venduta all’attuale proprietario, un giovane collezionista privato che l’ha iscritta al Retro Classic Stuttgart nel 2009 ed al Techno Classica Essen nel 2010, oltre a portarla nel paddock dei Ferrari Racing Days al Nürburgring nel 2008 ed alla Le Mans Classic nel 2014.
La valutazione è di 16.000.000 – 18.000.000 dollari.
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Immagini: Sotheby’s
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Exceptional!!!
Meravigliosa creatura.
Questi sono capolavori che rimangono, non come le Tesla e robaccia varia disegnate dai computer, tutte uguali e pure brutte, oltre ad esplodere se sono elettriche.