AMELIA ISLAND: I VINCITORI DEL CONCORSO D’ELEGANZA 2024

Amelia Islands Ferrari 250 GTO del 1962 e Delahaye 135MS Narval Cabriolet del 1947

Domenica 3 marzo, si è svolto uno degli eventi automobilistici più noti a livello mondiale dove splendidi esemplari di veicoli rari e storici sono in mostra sullo sfondo degli scenari costieri della Florida.

Fondato nel 1996, The Amelia si tiene il primo fine settimana intero di marzo presso il Golf Club e l’albergo The Ritz-Carlton di Amelia Island.

Amelia Concours d’Elegance vista del Golf Club

Il Concorso d’eleganza ha concluso la manifestazione che ha comprendeva aste, seminari, proiezioni di film e numerosi eventi a cui hanno partecipato oltre 27.000 visitatori, tra il 29 febbraio e il 3 marzo. 

L’edizione 2024 ha incoronato Best in Show una Ferrari 250 GTO del 1962 ed una Delahaye 135MS Narval Cabriolet del 1947 che si sono imposte su 275 veicoli storicamente significativi, suddivisi in 35 classi.

La Ferrari portata da David MacNeil ha un passato di competizioni leggendarie, tra cui una vittoria assoluta al Tour de France Automobile del 1964 con alla guida il pilota belga Georges Berger e l’italiano, naturalizzato belga, Lucien Bianchi.

Ferrari 250 GTO del 1962

La 250 GTO è un’automobile stradale e da corsa, considerata la Ferrari per eccellenza con la miglior sintesi della filosofia del marchio.

Dal 1962 al 1964 furono prodotte 39 di queste vetture, 36 esemplari con motore di 3000 cm³ e 3 con un motore di 4000 cm³, sotto la direzione di Giotto Bizzarrini ed ognuna doveva essere approvata da Enzo Ferrari. Quando il Drake licenziò molti responsabili, fra cui Bizzarrini, il progetto passò al giovane ingegnere Mauro Forghieri e al carrozziere Sergio Scaglietti.

La Gran Turismo Omologata fu l’apice dei modelli da competizione, pur rimanendo una vettura anche per viaggiare su strade normali. Fu mostrata nella consueta conferenza stampa che precedeva l’inizio della stagione, nel gennaio 1962 ed era l’unica con il motore davanti, mentre le altre monoposto e vetture Sport avevano il propulsore in posizione centrale.

Fu una delle prime volte in cui la casa del cavallino utilizzò una galleria del vento per testare la nuova carrozzeria dal muso allungato ed abbassato, unitamente ad un parabrezza inclinato per ridurre la resistenza e massimizzare la deportanza. Il profilo del cofano era più basso rispetto alla serie precedente grazie al nuovo telaio che permetteva di avvicinare il motore al suolo. Per mantenere la piena idoneità all’omologazione, la nuova vettura aveva le dimensioni generali del telaio 250 GT e il Colombo V-12 da tre litri.

Ferrari 250 GTO del 1962 aperture a forma di D sul cofano

Tutti gli esemplari, a parte le vetture costruite nel 1964, erano dotati di tre piccoli pannelli apribili a forma di una “D”, nella parte anteriore del cofano motore, pensati per incrementare la portata d’aria verso il radiatore.

L’ascesa della 250 GTO fu stimolata dalla creazione di un Campionato Internazionale Costruttori GT, nel 1962, per il quale la 250 SWB Berlinetta non poteva superare i 250 km/h a causa del profilo anteriore troppo obliquo, con la parte anteriore che si sollevava alle alte velocità. Inoltre le dimensioni posteriori non potevano accogliere pneumatici sempre più larghi.

Volante Ferrari 250 GTO del 1962

La Ferrari vincitrice ad Amelia Island è stata recentemente sottoposta ad un restauro completo, realizzato da Motion Products, secondo le specifiche con cui è apparsa alla 24 Ore di Le Mans nel 1963 dove si piazzò al 4° posto assoluto ed al 2° di classe. I piloti erano il francese Jean Guichet e l’italiano Nino Vaccarella.

Delahaye 135MS Narval Cabriolet del 1947

La Delahaye è una delle sei cabriolet “Narval” costruite. Il nome deriva dalla parte frontale che ricorda la protuberanza sulla testa di un narvalo, un cetaceo lungo fino a 6 metri di colore giallognolo a macchie scure. 

L’auto è stata vista per la prima volta al Salone dell’Auto di Parigi del 1947. Il suo proprietario originale, Charles Trenet, era un noto cantautore che spedì l’auto negli Stati Uniti, nel 1948, per una tournée di concerti. Da allora ha visto solo altri tre proprietari. La giuria di Amelia ha riconosciuto il valore del restauro nel suo colore originale Orange Brulé, uno dei preferiti del designer di carrozzerie Joseph Figoni. 

 

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Immagini: Amelia Concours Official Instagram – Hagerty per Amelia Island Concours d’Elegance

3 Commenti

  1. Ci sono stato nel 2020, ad Amelia c’è una bellissima atmosfera che non ha Villa d’Este. Sono un appassionato di auto e ho trovato persone come me con cui è stato bello parlare ed imparare. Spero di tornarci.

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