ABARTH RECORD 750 BERTONE

Abarth 750 Record

Una monoposto aerodinamica, costruita da Bertone su disegno di Franco Scaglione, capace di collezionare una serie incredibile di record contribuendo al mito dello Scorpione.

Karl Abarth introdusse innovazioni che gli permisero di ottimizzare le prestazioni ed il suo nome è sinonimo di velocità ed elaborazioni.

L’imprenditore nacque a Vienna il 15 novembre del 1908 e s’interessò, fin da giovane, alla meccanica ed alle corse. I primi successi furono come motociclista, ma si dovette ritirare dall’attività nel 1930 per un incidente in cui riportò un danno permanente al ginocchio. Passato ai sidecar, seppe colmare l’handicap fisico inventandosi un sistema ad “asse oscillante” per aumentare la velocità nelle curve. Sarà un altro incidente, a Lubiana alla fine degli anni ’30, a fargli abbandonare anche quel tipo di gare.

Nel 1937 decise di trasferirsi a Merano, paese d’origine del padre, ottenendo la cittadinanza italiana dopo la fine della seconda guerra mondiale. Il periodo era difficile, ma venne chiamato a Torino da Piero Dusio per gestire il reparto corse della Cisitalia.

Cisitalia Nuvolari MAUTO

La nuova azienda era all’avanguardia e permise ad Abarth di lavorare insieme all’amico Ferry Porsche, al connazionale Rudolf Hruska (futuro progettista dell’Alfa Romeo Alfasud) ed ai piloti Piero Taruffi e Tazio Nuvolari.

Quando la Cisitalia fallì, nel 1949, Karl (ormai Carlo) ricevette alcune vetture e delle casse di ricambi come liquidazione. Nello stesso anno, fondò la società omonima, con l’aiuto del pilota/finanziatore Guido Scagliarini nato il 14 novembre 1914. L’impresa era specializzata in elaborazioni alle quali si aggiunse un’agguerrita squadra corse destinata a far conoscere il marchio dello Scorpione.

Logo Bertone su Abarth 750 record

kit di trasformazione consentirono di migliorare le prestazioni ed il successo arrivò con le marmitte dal suono potente e riconoscibile. In parallelo, Abarth si dedicò alla creazione di auto in grado di battere record di velocità e durata.

Abarth 750 dei record vista retro

Fra i modelli dalle originali linee aerodinamiche, si distinse la vettura costruita sullo chassis di una Fiat 600 ed equipaggiata con il motore Fiat-Abarth 750. La carrozzeria in alluminio fu realizzata, nel 1956, da Bertone su disegno di Franco Scaglione.

Carrozzeria Bertone per Abarth Record

Esattamente come recitava il motto di un’altra celebre carrozzeria, la Touring, “il peso è il nemico” quindi Abarth ed i meccanici lavorarono per ridurlo a 385 kg. I freni erano solo all’avantreno ed il cambio a tre marce aveva un rapporto adatto a mantenere costante la velocità massima, superiore ai 190 km/h (così come riportato sul sito di FCA Heritage, ndr).

A Monza, il 17 giugno 1956, Carlo Abarth e Nuccio Bertone presenziarono al primo dei 133 record stabiliti dalla Abarth 750. Durante le 24 ore di guida si alternarono: Remo Cattini, Umberto Maglioli, Mario Poltronieri e Alfonso Thiele che percorsero 3.743,642 km, alla media di 155,985 km/h.

Abarth non era soddisfatto dalla diffusione della notizia ed organizzò una seconda prova invitando giornalisti specializzati, fra cui Giovannino Lurani ed il belga Paul Frère, ad assumere la guida per le prime sei ore, seguiti dai collaudatori che proseguirono per i tre giorni previsti dalla sfida.

La vettura divenne nota come l’Abarth Record, persino nei consumi pari a circa 6 litri per 100 km, grazie a talenti che seppero ragionare fuori dagli schemi.

Verso la fine della sua esistenza, Abarth ritornò a vivere a Vienna dove si spense il 14 ottobre 1979.

In cerca di altre rarità? Non perdetevi il video sul MAUTO nel nostro canale YT o su FB.

RIPRODUZIONE RISERVATA – © SHOWTECHIES Simona Braga

Fotografie:  Simona Braga – Il materiale è coperto da Copyright. E’ vietata la riproduzione senza autorizzazione scritta. Il materiale in alta risoluzione può essere richiesto solo per uso editoriale.

 

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*