LA FORNARINA AI RAGGI X

"La Fornarina" di Raffaello Sanzio

Presentati i risultati dell’indagine condotta sul capolavoro di Raffaello con scanner multicanale che ha permesso di mappare la distribuzione dei pigmenti utilizzati dall’artista.

A fine gennaio 2020, le Gallerie Nazionali Barberini Corsini hanno dedicato tre giornate a studi approfonditi del ritratto ad olio su tela de “La Fornarina“ di Raffaello. Il primo giorno è servito per un’acquisizione fotogrammetrica Gigapixel+3D, eseguita da Haltadefinizione. Il modello 3D, ricavato dall’unione di più riprese, mappa la forma e le pennellate con una precisione dell’ordine di decine di micron per informazioni adatte al monitoraggio dello stato di conservazione oltre ad una resa dettagliata ideale per i formati digitali di futura generazione.

Nei due giorni successivi, i ricercatori hanno compiuto una serie di osservazioni chimiche realizzate grazie al nuovo XRF scanner multicanale, sviluppato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare nei suoi laboratori di Roma Tre, in collaborazione con il dipartimento di scienze dell’Università La Sapienza e con il CNR-ISMN nell’ambito del Progetto MUSA (Multichannel Scanner for Artworks).

Paolo Branchini ricercatore dell’INFN Roma Tre ha spiegato come MUSA sia rivolto al potenziamento delle competenze digitali e trasversali utili per il settore museale, compreso il trasferimento del know-how elettronico maturato dall’Istituto ad altre realtà del territorio.

Luca Tortora, docente di Chimica dell’Università Roma Tre e ricercatore dell’INFN, ha chiarito come le scansioni XRF consentano d’identificare la composizione delle sostanze colorate utilizzate da Raffaello collocandole nel quadro attraverso rappresentazioni con risoluzione sub millimetrica. Uno degli aspetti innovativi è proprio la capacità di andare oltre l’analisi di un singolo punto per fornire un output globale.

La tecnica per l’esame delle opere d’arte si serve del fenomeno della fluorescenza tramite eccitazione nella banda X dello spettro elettromagnetico incrementata da un’acquisizione più veloce rispetto al passato. Il sistema è trasportabile per creare meno disagi agli enti interessati a questo tipo di ricerca, fra cui musei e centri di restauro.

In dettaglio, ferro e piombo, hanno confermato una sotto-stesura di base chiaroscurata, una pratica diffusa ai primi del Cinquecento rintracciabile anche in altri dipinti raffaelleschi. La disposizione del mercurio, oltre a rivelare l’impiego di cinabro (un minerale di colore rosso vermiglio presente in Italia nella zona del monte Amiata, ndr), ha ribadito la modifica dello sfondo, già individuata dalle radiografie risalenti al 1983, con il conseguente adeguamento chiaroscurale della figura.

La lettura delle immagini della distribuzione del rame, del ferro, del calcio e del manganese ha offerto un’inedita visione della vegetazione dietro il soggetto principale, evidenziandone la complessità. Stesure a base di terre (ferro) o di terra d’ombra (ferro e manganese) sono emerse per le foglie più ampie, mentre i rami del mirto hanno una base di verderame e probabilmente nero d’ossa.

Raffaello autoritratto

Chiara Merucci, responsabile del Laboratorio di Restauro delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini, ha raccontato come la campagna di imaging abbia restituito le impostazioni di Raffaello mostrando un complicato intreccio di forme e pigmenti, dosati anche in termini di spessore, per una tridimensionalità altrimenti non pienamente apprezzabile.

La tecnologia analizza la tecnica, rimane il fascino del talento unico ed il mistero sul nome della donna che solo nell’Ottocento fecero coincidere con Margherita Luti, figlia di un fornaio. La perla nei capelli, in latino margarita, sembrerebbe avvalorare la storia, ma sono solo supposizioni non verificate.

L’identità ed il significato simbolico della figura rimangono incerti, ma si sa che Raffaello (Urbino 1483 – Roma 1520) teneva il dipinto nel suo studio e lungo la fascia blu ed oro, sul braccio sinistro della donna, si legge la firma “Raphael Vrbinas”.

Il “principe delle arti” e la “Fornarina” conservano ancora dei segreti e questo alimenterà interpretazioni, indagini, riletture.

 

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Immagini: GALLERIE NAZIONALI BARBERINI CORSINI – HALTADEFINIZIONE – ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE –

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