LEONARDO: FRA ARTE E SCIENZA

Uomo vitruviano Leonardo

Il 2 maggio 1519 moriva uno dei più grandi geni che il mondo abbia avuto, capace di apprendere dalla natura per creare opere uniche.

Leonardo nasce ad Anchiano, presso Vinci, il 15 aprile 1452, figlio illegittimo del notaio “ser Piero” e della giovane Caterina.
All’età di 17 anni viene portato alla bottega del Verrocchio, a Firenze, per imparare la pittura. Dal maestro esegue l’angelo di sinistra e parte del paesaggio del Battesimo di Cristo oltre alla famosa Annunciazione.

Desideroso di lasciare Firenze, nel 1482 scrive al Signore di Milano, Ludovico il Moro, per offrirgli i suoi servigi. La missiva testimonia la versatilità di Leonardo che si descrive come ingegnere, esperto d’idraulica, pittore, musicista, scultore. A 30 anni si cimenta in tutti i campi dove la curiosità lo spinge. Oggi forse verrebbe imbottito di psicofarmaci per guarire da deficit d’attenzione ed iperattività.

Alla corte del Duca si dedica a diversi studi per realizzazioni d’ingegneria civile e militare, fra cui: scale d’assalto, ponti, spade di foggia particolare, gigantesche balestre e strutture corazzate per proteggere la cavalleria. Per esaltare la magnificenza della corte si diverte a progettare splendidi artifizi per memorabili feste in cui è regista, curatore delle luci, scenografo e macchinista.

La montagna di Leonardo del Codice Arundel

Come pittore esegue La Vergine delle Rocce e L’Ultima Cena, una delle opere piú celebri di tutta la storia dell’arte. Si tratta di un’istantanea del momento in cui Gesú annuncia il tradimento da parte di uno degli apostoli e della reazione dei commensali. La tecnica impiegata è quella della tempera maggiormente sensibile agli agenti atmosferici rispetto all’affresco, da qui la necessità d’intervenire con vari restauri.

La gestualità, l’inclinazione del capo e gli sguardi aumentano l’espressività, come spiegato dall’autore stesso nel famoso “Codex Urbinas”. Leonardo indaga l’anatomia, l’ottica e lo studio delle luci per modellare figure bidimensionali staccandole dallo sfondo e convertirle, con un uso sapiente delle ombre e della prospettiva, in tridimensionali. E’ il primo a dipingere l´aria. Basandosi sull’osservazione che i soggetti in lontananza sono meno nitidi, riempie la distanza con una leggera patina di azzurro.

Nel 1500 Milano è occupata dai francesi e Leonardo torna a Firenze, al servizio di Cesare Borgia. Qui il Gonfaloniere Pier Soderini, nel 1504, gli affida l’incarico d’immortalare la Battaglia d´Anghiari in gara con Michelangelo. Il dipinto viene distrutto una cinquantina d’anni dopo ed é noto grazie a disegni parziali e copie, tra le quali una del Rubens.

Nel 1508 rientra a Milano, dove si dedica a studi di anatomia, progettazione urbanistica, ottica e ingegneria idraulica. Col ritorno degli Sforza nel 1513, Leonardo accetta l’invito del neo-eletto Pontefice Giuliano de´ Medici e si trasferisce a Roma.

Leonardo volo verticale

Nel 1516 si reca in Francia portando con sé la Gioconda, oggi vanto del Museo del Louvre. Il re Francesco I gli conferisce l’incarico di “Primo Pittore, Ingegnere e Architetto del Re”.

Il 2 maggio 1519 si spegne nel castello di Cloux e le sue spoglie sono deposte nella Chiesa di St. Florentine, ad Amboise.

Dopo la sua morte si converte nel paradigma dell´“Uomo Rinascimentale”: curioso, poliedrico, artista e scienziato. Leonardo  si oppone al concetto di bellezza ideale, difendendo l´imitazione fedele alla natura, senza tentativi di abbellimento.

La sua figura a secoli di distanza é ammirata e studiata. Diverse chiavi di lettura e numerosi studi non potranno mai svelare il mistero di una mente avanti nel tempo ed alla ricerca di canoni universali rintracciabili ovunque intorno a noi, ma comprensibili a pochi.

In occasione dell’inaugurazione dell’esposizione “Leonardo Vive“, si è mostrata una sua ciocca di capelli che permetterà, attraverso l’analisi del DNA, di risalire alla discendenza.

Non mettendo in dubbio l’importanza del ritrovamento, in un’epoca di terrificanti esperimenti genetici viene da pensare all’unicità di certi valori. Leonardo osservava i volatili per imitarne il meccanismo delle ali, ideava macchine nascondendovi un errore per evitare di essere copiato, modificava il corso dei fiumi, colorava la luce spostandola secoli prima dei testamobile, inventava la bici, l’elicottero, l’automobile e lo scafandro, solo per citare alcune innovazioni, ebbene tutto questo e molto altro non può essere solo DNA, ma è frutto di un momento storico particolarmente ricco e di una cultura che riconosceva il talento, dall’arte alla matematica. Artisti e studiosi si confrontavano nei cenacoli dando sfogo a feroci rivalità con sfide a volte rimaste irrisolte. Curiosi di sapere quali? Ne parleremo.

Volendo fare un omaggio a Leonardo, pensiamo a costruire scuole che non cadano in testa a chi le frequenta, a premiare professori capaci di stimolare l’apprendimento senza perdere in umanità ed a velocizzare il percorso scolastico per i cervelli accelerati.

Nell’anno di Leonardo, valorizziamo le giovani menti domandandoci: “Se Leonardo rinascesse nell’Italia del 2019, riuscirebbe a sviluppare le proprie potenzialità?”

RIPRODUZIONE RISERVATA – ©2019 SHOWTECHIES Simona Braga

Foto: Wikimedia

 

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