Il 15 giugno del 2017 spariranno i costi di roaming per telefonare ed accedere alla rete nel territorio europeo, ma la legge nasconde eccezioni e lacune.
Il Parlamento Europeo ha approvato le nuove norme per eliminare il roaming e garantire la neutralità d’Internet.
I costi aggiuntivi per telefonare, inviare sms o navigare in Internet, in stati diversi da quello dell’operatore nazionale, saranno aboliti il 15 giugno del 2017 con un abbassamento delle tariffe a partire dal 30 aprile del 2016 quando le chiamate in uscita ed i megabyte non dovranno superare i 5 centesimi al minuto ed un sms sarà di 2 centesimi.
La normativa prevede però che si possano applicare clausole di recupero costi se si oltrepassano dei limiti di uso o se le società fornitrici dei servizi dimostreranno di non rientrare nelle spese. In pratica il roaming continuerà ad esistere.
L’altra questione in gioco è la Net-Neutrality ossia il principio secondo cui le compagnie telefoniche debbano garantire libertà di accesso e parità di trattamento a tutto il traffico tranne in casi eccezionali come il blocco di cyberattacchi.
La legge introduce invece un elemento discriminante quando dice che i prestatori di servizi (ISP) hanno la possibilità di differenziare i clienti a seconda dei contenuti per richiedere pagamenti extra. Qualità e velocità di connessione potranno quindi avere tariffe più care.
Organizzazioni importanti, fra cui WordPress, Netflix, Reddit, Kickstarter e personalità come Tim Berners Lee (inventore del World Wide Web) hanno domandato una serie di miglioramenti ad integrazione del testo che proteggano la neutralità della rete come richiesto anche dal movimento Save The Internet.
Monique Goyens, direttrice generale dell’Organizzazione Europea dei Consumatori (BEUC), ha evidenziato come la normativa preveda di limitare il diritto di telefonare o di accedere ad internet ai cittadini che viaggiano molto. In questo modo si colpiranno studenti, frontalieri e persone che si spostano spesso per lavoro.
Inoltre i giganti come Facebook, Netflix e Youtube saranno esenti dalla limitazione forfettaria di traffico ed il loro contenuto resterà accessibile agli utenti anche dopo il superamento delle quote fissate, ma start-up e servizi innovativi non avranno la stessa fortuna a discapito della concorrenza.
Tutto questo pregiudica la creazione del Mercato Unico Digitale che potrebbe generare una crescita di 415 miliardi di euro con nuovi posti di lavoro, in base a dati emessi dalla stessa Commissione Europea.
315 milioni di europei usano internet ogni giorno accedendo a servizi basati per il 54% negli Stati Uniti e per il 42% nella propria nazione, ma la percentuale scende al 4% per servizi transfrontalieri dell’Unione.
Le vendite online crescerebbero se tutti gli stati membri uniformassero le regole del commercio elettronico, mentre oggi le piccole imprese sostengono costi supplementari per adeguarsi alle diverse normative, compresa l’IVA. Se i cittadini europei potessero scegliere l’intera gamma di beni e servizi offerta nell’Unione, risparmierebbero 11,7 miliardi di euro l’anno.
A peggiorare le cose solo il 59% degli europei ha accesso alla rete 4G necessaria per fruire in modo ottimale di giochi e film che sono le attività online più diffuse con previsione di crescita intorno al 12%.
Nel prossimo futuro il 90% dei posti di lavoro richiederà competenze di livello medio-alto. Pensate che sia competitiva una società che decide di mandare in pensione i lavoratori dopo i 65 anni? Ed i giovani sono adeguatamente formati in Italia per reggere il confronto con chi studia all’estero?
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Foto di: UNIONE EUROPEA – Team JUNCKER – BEUC – SHOWTECHIES
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