L’Intelligenza Artificiale ridefinisce il panorama creativo aprendo nuove strade agli artisti e, nello stesso tempo, scenari d’incertezza nei diritti d’autore e nel riconoscimento delle competenze professionali.
Il 2 maggio 2024, il regista Paul Trillo ha annunciato su X la realizzazione del primo video su commissione impiegando Sora di OpenAI.
Sora è un modello in grado di creare scene realistiche e di fantasia partendo da istruzioni testuali, i cosiddetti prompt, ossia descrizioni semplici e dettagliate scritte senza adottare un linguaggio di programmazione. L’output è un video generato da testo (text-to-video).
Fin dalla sua presentazione, all’inizio di quest’anno, Sora ha entusiasmato e preoccupato per le ricadute a livello occupazionale. A febbraio, l’azienda ha annunciato che la tecnologia non sarebbe stata (per ora) disponibile pubblicamente, ma messa a disposizione di un red team, un gruppo di artisti visivi, designer e registi a cui si dà l’opportunità di testare le funzioni, fornendo utili feedback.
Fra i selezionati, Trillo ha sfruttato il modello pcr un video musicale del cantautore e produttore statunitense Ernest Weatherly Greene Jr, noto come Washed out.
In un’intervista, Greene ha dichiarato “...non vedo l’ora di poter incorporare parte di questa nuovissima tecnologia e vedere come influirà su ciò che posso inventare. Se questo è pionieristico, mi piacerebbe farne parte.”
Dopo l’uscita di “Air Head”, un cortometraggio realizzato con Sora dallo studio di produzione canadese Shy Kids, il video di circa quattro minuti di Washed Out testimonia un salto di qualità dell’AI generativa e dimostra il potenziale di questo mezzo. Non aspettatevi la perfezione, ma il risultato finale ha un senso e si adatta alla musica.
Non sono state diffuse notizie approfondite sulla lavorazione, ma Paul Trillo (sempre su X) ha detto che ha editato su Premiere 55 clip, sulle 700 prodotte.
La fisionomia dei protagonisti in certi shot è più naturale che in altri, ma perde d’omogeneità. Non avendo dettagli sugli script, si possono solo azzardare ipotesi, ma sembra che la difficoltà maggiore sia far mantenere all’AI la somiglianza nei tratti somatici dei personaggi, esattamente come in altri programmi di AI.
A livello generale, il grading è coordinato dall’inizio alla fine. Viene spontaneo domandarsi se sia già possibile con l’AI o se il regista abbia impostato una LUT in editing.
Le transizioni tra i piani e la texture dell’erba sono da perfezionare, ma le ombre sono coerenti. Impressiona che siano stati inseriti tutti i principali effetti particellari: fiamme, fumo, nebbia. In alcuni momenti compaiono dei fuochi artificiali all’interno di un corridoio che si riflettono sulla parete di sinistra.
Il regista non ha avuto paura di complicare la vita all’AI e giocare molto con i riflessi su materiali lucidi. In alcune immagini le pareti specchiate riproducono lei che corre ma manca la protagonista oppure il piede di lui sembra andare in direzione opposta, ma tutto è abilmente sfocato.
La bravura di Trillo è stata quella di usare le incongruenze per una narrazione possibilista. D’alta parte, il titolo della canzone è “La parte più difficile” che in un rapporto di coppia è andare avanti anche se per l’autore è il non poter tornare indietro.
Nonostante tutto, il risultato è artisticamente interessante e sviluppa il tema di una storia d’amore lungo le varie fasi della vita.
Per fortuna si vedono degli errori, altrimenti ci sarebbe da spegnere il computer ed aprire un chiringuito, considerando che Sora è agli inizi e non può che migliorare.
Molte questioni sull’utilizzo dell’AI rimangono da definire, ma bisogna riconoscere che l’applicazione ha permesso ai due artisti di sperimentare senza limiti di budget.
Trovate il video di “The hardeste part” su Vimeo o su YT.
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Immagini/Screenshot: Washed Out
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