Ad Imperia sono approdati yacht d’epoca, classici e moderni che si sfidano nel circuito delle regate Panerai.
Le Signore del Mare sono tornate in Liguria a contendersi la tappa in attesa dell’appuntamento di Cannes che decreterà i vincitori della quattordicesima edizione del Panerai Classic Yachts Challenge. Equipaggi ed armatori hanno affollato la cittadina ligure vivacizzando la banchina con una schiera di vessilli che richiamano appassionati e curiosi.
A Porto Maurizio ritroviamo Luigi Rognoni, velista ed esperto conoscitore della tecnologia del settore che ci guida alla scoperta delle meraviglie presenti ad’Imperia.
“Questa manifestazione è un’occasione unica per vedere barche firmate da progettisti i cui nomi sono una leggenda. Alcuni esemplari hanno una ricca storia alle spalle, non solo sportiva, come il Moonbeam IV su cui hanno passato la luna di miele Ranieri di Monaco e Grace Kelly o il Manitou appartenuto a John F. Kennedy, ma consiglio di non perdersi anche i meno noti come l’Olympian, un veliero molto bello costruito, nel 1913, su disegno di William Gardner nei cantieri statunitensi Mc Clure. Dopo aver vissuto il suo momento d’oro è stato abbandonato in un hangar ed è sfuggito alla demolizione grazie al recupero del velista Bruno Troublé che l’ha comperato e fatto restaurare, ripristinando le caratteristiche dell’armo aurico (v. Le Signore del Mare, ShowTechies settembre 2016, ndr).
Quali elementi contraddistinguono le imbarcazioni a vela?
“Le barche antiche sono auriche con delle vele quadre o trapezoidali e sono divise fra cutter (con un albero solo) e schooner con più alberi. Lo sviluppo è verso gli sloop con un albero solo diversi dai cutter per la quantità di vele di prua usate durante la navigazione. I cutter in genere hanno dei fiocchi piccoli, tre o 4, mentre gli sloop sovente hanno una vela sola, di preferenza un genoa.
Dal 1930, sui velieri aumentano gli alberi quindi lo sloop diventa prima yawl e poi ketch. L’albero di poppa nello yawl è a poppavia dell’asse del timone invece nel ketch è a proravia. La sostanziale differenza è che l’albero di mezzana nello yawl è di dimensioni ridotte mentre nei ketch è decisamente maggiore per dare una forte spinta propulsiva.
Lungo la banchina si possono ammirare famosi cutter aurici, come i due Moonbeam e Mariska di Fife, poi si passa alle barche leggermente più moderne tra cui Manitou o Comet, entrambe yawl di Stephens.”
Chi sono i principali protagonisti del rinnovamento nel design?
“L’evoluzione degli scafi e del piano velico è marcata da disegnatori come lo scozzese Fife e l’americano Herreshoff, due giganti che si sono contesi le regate di Coppa America per molto tempo, per arrivare a Stephens ed ai nomi successivi con modifiche sostanziali nella costruzione, negli alberi e in tutte le attrezzature, comprese le vele.”
Quali innovazioni ha portato Olin Stephens?
“Stephens ha progettato in un periodo di grande progresso. Fra il 1930 ed il 1950 si sono introdotte novità ancora valide (anche se sono definite d’epoca o antiche) che hanno semplificato la gestione della navigazione. Quando vediamo un J-class o guardiamo le poche foto d’inizio secolo scorso, si nota come la conduzione richiedesse 30-50 membri d’equipaggio. La tecnologia ha consentito la riduzione dei carichi di fatica con minore impiego di persone imbarcate.”
Quali sono le barche attualmente in testa alla classifica?
“Prima della giornata finale di domenica 9 settembre, Fife domina nelle Big Boat con Mariska protagonista di una regata perfetta nella terza prova. Nelle altre classi spicca Il Moro di Venezia, Cippino nelle Epoca Marconi ed Olympian, nelle Epoca Aurica, tiene testa a Chinook, Kelpie e Spartan.”
Non perdetevi il video con i dettagli dei capolavori di Fife, Herreshoff e Stephens sulla nostra pagina Facebook e su YouTube.
RIPRODUZIONE RISERVATA – © SHOWTECHIES Simona Braga
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