L’illusione del cinema va in scena nel Teatro 1 del Parco di Cinecittà.
Il 16 luglio scorso è stato inaugurato il nuovo parco tematico “Cinecittà World” lungo la via Pontina, a Roma, dove negli anni ’60 Dino De Laurentiis costruì i suoi famosi studios. L’iniziativa si è concretizzata grazie agli investimenti di una cordata d’imprenditori, fra cui Luigi Abete, Andrea e Diego Della Valle, Aurelio De Laurentiis e la famiglia Haggiag.
I visitatori possono scegliere fra 20 attrazioni che comprendono 8 set, roller coaster, spettacoli acquatici e 4 teatri con diverse programmazioni.
Il Teatro 1, usato per girare film epici come “La Bibbia” di John Huston, “Guerra e Pace” di King Vidor, “La bisbetica domata” di Franco Zeffirelli e “La Voce della Luna” di Federico Fellini, ospita lo show permanente “Enigma – Nothing as it seems” ideato da Alfredo Accatino, direttore creativo di Filmmaster, con la regia di Romain Sabella ed il disegno luci di Giovanni Pinna che ci accompagna nel nostro tour.
“Lo spettacolo ha un grande impatto visivo ed emozionale. La scenografia firmata da Giò Forma e le grafiche dei video sono molto curate nei contenuti con un mapping che esalta certi dettagli.
La struttura di circa 280mq è realizzata con tubi innocenti ed è stata pannellata, dipinta e rivestita con un materiale per proiezioni in frontale che ha trasformato il palco in un enorme schermo cinematografico.”
Qual è la trama dello show?
“In 25 minuti si racconta l’illusione del cinema giocando sul vedo non vedo, sulla continua mutazione dei soggetti, un po’ alla Escher. Su questa base sono stati inseriti 5 ballerini poco contestualizzati con una tuta integrale neutra, un narratore che introduce la storia facendo da filo conduttore nei differenti momenti, una ballerina-attrice e delle comparse. E’ un montaggio concentrato con colpi di scena e cambi di ambientazione che partono dall’antica Roma per arrivare fino a Blade Runner sulle note delle musiche create da Diego Maggi e Gianmaria Serranò.”
Un’installazione di questo tipo si basa sulla programmazione. Come si sono interfacciate le parti tecniche ed artistiche?
“Si è trattato di far coesistere i ballerini con i contenuti video, le luci, i laser e le numerose automazioni con porte che si aprono, tulle che scendono e pedane che si muovono. Essendo una produzione fissa abbiamo impostato tutto sotto timecode in modo che lo spettacolo vada autonomamente.
Io ho inserito oltre 500 memorie con la GrandMA2 Ultralight. La parte più impegnativa è stata memorizzare una quantità impressionante di puntamenti perché i ballerini sono stati allenati a rispettare le posizioni che permettono un’interazione con le proiezioni.
Abbiamo passato una notte a provare con il coreografo ed il corpo di ballo tracciando passo per passo le disposizioni alla base del disegno luci. E’ stata una produzione lunga che sono riuscito a seguire fra le date del tour di Vasco anche grazie all’aiuto di Davide (Magic) Martire e Marco Piva.”
Quali fari hai scelto e come li hai posizionati?
“Le esigenze del parco sono quelle di limitare il tasso di manutenzione con luci possibilmente LED e di un unico fornitore. Ho scelto ROBE e mi sono preoccupato che tutti i proiettori fossero sagomabili per non andare a sporcare con i fasci le immagini.
In sala ci sono 10 Robin DLS Profile, 10 Robin DLF Wash, 18 Pointe e 6 Robin 600 Ledwash. I Pointe disegnano la cornice del palco creando un perimetro d’effetto con le macchine del fumo incassate ed i fari che spuntano quel tanto che basta per consentirne i movimenti. Oltre ai motorizzati ci sono 48 tradizionali, 4 Barco da 20.000 lumen frontali più altri 4 per il mapping dei singoli oggetti e 5 laser RGB.”
Quante americane (sostegno tubolare al quale agganciare i proiettori ndr) hai?
“In tutto sono sette: due americane frontali di 24 metri, una fronte palco, una a sette metri di distanza, entrambe a 14 metri di altezza. Le altre sono una di controluce e quattro di taglio, due per parte a 13 ed a 7 metri di altezza.
Anche in questo caso la priorità è stata data al video ed ai ballerini. I posizionamenti a pioggia sono dettati dalla necessità di non portare ombre sul fondale ed i sagomatori seguono rigorosamente le dinamiche di chi sta sul palco.”
Come si sono integrate le luci?
“L’inizio è un light-show con 35-40 secondi solo di luci. A livello cromatico ho sempre coordinato le tonalità con le proiezioni anche se in alcuni momenti sono previsti degli scostamenti per spezzare la trama. La scena della donna che si libra verso l’alto ha richiesto un sistema di sollevamento e di tracking per permettere lo spostamento nel retropalco dove è riabbassata. E’ una scena molto felliniana e non poteva essere altrimenti vista l’ambientazione.”
A partire dal 24 luglio 2014, turisti e cinefili hanno un nuovo posto da visitare alla ricerca di atmosfere e divertimenti. Un ultimo Enigma: chi è la famosa attrice italiana che presta la voce alla Sfinge? Un aiutino? Fa parte di Una grande famiglia…
RIPRODUZIONE RISERVATA – © SHOWTECHIES
Foto di: GIOVANNI PINNA
Commenta per primo