ELISA: L’ANIMA VOLA

Elisa l'Anima vola assolo piano

Mamo Pozzoli interpreta l’immaginario artistico di Elisa.

La voce di Elisa è energia creativa, una forza che incanta, suggerisce ed evoca.

Il tour “L’Anima Vola” prende il nome dal suo ultimo album con brani tutti in italiano, quasi a sottolineare un momento di maggior contatto con le proprie emozioni. Il concerto dura circa tre ore con oltre trenta brani in scaletta ed un’incredibile alternanza di elementi spettacolari.

Mamo Pozzoli è lo show designer che si è occupato dello stage concept e del disegno luci. Gli studi in architettura e l’animo da musicista gli permettono di realizzare allestimenti in cui l’organizzazione dello spazio è funzionale al progetto con una buona dose d’originalità che si sprigiona dallo spirito rockettaro. Negli anni ’80, Mamo ha fatto gavetta lavorando in teatro e con gruppi emergenti dai nomi prestigiosi: Blu Vertigo, Subsonica, Marlene Kunts, After-Hours. Professionalmente ha poi scelto di dedicarsi alle luci  collezionando collaborazioni prestigiose, fra cui Giorgia, Biagio Antonacci, Carmen Consoli, Roberto Vecchioni.

Elisa tour 2014

Elisa ha un mondo molto ricco da trasmettere. Che cosa contraddistingue questa tournée?

“Lavoro con Elisa da dieci anni e ci conosciamo bene. Lei si fida di me ed io so quanto sia meticoloso e ricercato il suo approccio. Il concerto è molto intenso, con diverse sfaccettature che spaziano dal pop rock a momenti più folk ed acustici ad altri più intimistici, come se fossimo a teatro anche se viaggiamo nei principali palasport italiani.

Elisa ha riunito diversi professionisti in un team molto affiatato. Il set-designer è Igor Ronchese, i videomakers sono Marino Cecada e Adriana Bidin, l’art-director è Mauro Simionato.”

Il palco va verso il pubblico creando un continuum fra scena e prime file. Come hai movimentato i diversi livelli?

“Il palco è stato ideato in una serie di lunghi brainstorming fra Elisa, Igor e me. Lei voleva un’estensione che la portasse in mezzo alla gente, ma che non fosse la solita passerella. Abbiamo pensato una “E” specchiata profonda trenta metri in cui il pubblico può insinuarsi procurando un contatto molto forte soprattutto con le prime file. Quest’articolazione  permette più di cento metri di sviluppo perimetrale sottolineati da un profilo LEDrgb.

Nell’insieme ci sono tre palchi in uno con postazioni a rotazione e fisse per i musicisti. Le aree di collegamento sono forse più importanti delle zone stanziali, non a caso tutto il set ha un dislivello del 2% fra upstage e downstage per permettere una migliore visibilità alle persone nel parterre.

Elisa 2014 Ledwall e palco

Come s’inserisce il ledwall all’interno della scenografia?

“Il concept del set non si esaurisce sul piano orizzontale, ma rivela un ledwall a chiusura del palco. Inizialmente è seminascosto da un fondale di seta semi-trasparente a caduta che lo svela solo dopo mezz’ora di show quando inizia ad andare a pieno regime. Dopo circa un’ora inizia la sua “destrutturazione”. La fascia alta rimane appesa mentre quella bassa viene sganciata e scomposta in quattro blocchi indipendenti carrellati su ruote che ne permettono lo spostamento da parte degli attrezzisti e la ricollocazione in una serie di configurazioni predefinite. Il tutto mentre i pannelli sono funzionanti grazie alla gestione wi-fi ed all’alimentazione a batteria.”

Come hai impostato le luci in relazione alla scena ed ai brani del concerto?

“Tutti gli elementi sono finalizzati a sviluppare una crescita emozionale dello spettacolo. Quando programmo le luci cerco di caratterizzare ogni brano.  In questo tour mi sono proposto di creare un’identità modulata all’interno di un linguaggio visivo aggregante, come una sinfonia che è composta da diversi movimenti in una sequenza di crescendo, adagi ed andanti.

Per far questo ho usato molti trucchi di mestiere a partire dal progressivo disvelamento del parco luci, dalla variazione delle dominanti cromatiche e da un’esecuzione alla consolle che passa da un approccio quasi dimesso ad uno stile estremamente aggressivo sul finale.”

Elisa fasci di luce sul palco

Elisa ti ha richiesto delle luci particolari in relazione a determinati momenti?

“I suoi input sono precisi soprattutto dove c’è una forte relazione fra la performance, i suoi movimenti e l’interazione con i visual. Abbiamo provato molto per riuscire a dare sincronismo e fluidità passando da momenti esplosivi a quelli più delicati dove c’è un solo faro acceso su vocalizzi da brivido.”

Quali dominanti di colore hai scelto?

“Tutte le declinazione del bianco, caldo e freddo, e poi data la costante presenza dei visual ho lavorato molto con la gamma dell’ambra e del lavanda, dalle gelatine di correzione CTO al rosso, dal CTB al congo. Quando il video predomina sto sul bianco mentre quando voglio spingere sugli abbinamenti cromatici delle luci, viro il video in bianco e nero.

In merito al live trasmesso dagli schermi, mi piace forzare verso il monocromatismo inducendo “errori” di colorimetria e saturazione delle camere per ottenere delle estremizzazioni che sono un rischio in termini fotografici, ma producono un effetto immediato.”

Elisa lighting plot di Mamo Pozzoli

Come hai distribuito i proiettori per illuminare un palco così particolare?

“Un palco complesso richiede una distribuzione molto razionale per cercare il giusto bilanciamento fra luci chiave, d’ambiente ed effettistica. Il pubblico disposto a 180° obbliga a ripensare a molti schemi consolidati perché un controluce può diventare un frontale, un taglio può essere visto come controluce a seconda della posizione da cui si assiste.

I posizionamenti a pioggia in certi casi si rivelano vincenti, così come le luci traccianti puntate parallele fra loro. Per le luci a terra ho adottato una logica matematica per avere una copertura efficace lungo l’estensione del set con puntamenti che hanno tutti la stessa inclinazione.

Per la parte appesa ho particolarmente curato la disposizione delle truss che attraverso una serie di “C” concatenate e sfalsate in altezza restituiscono volume al disegno pur avendo un’estensione limitata per le caratteristiche tecniche delle location italiane.”

Quali tipi di apparecchi hai impiegato?

“Il parco luci è composto da circa 160 fari con una prevalenza di spot, con Clay Paky Alpha Profile 1500, Alpha Beam 700 e Sharpy; Washled rgb statici, iPix BB7 e brandeggiabili, Robin Led Wash 300. Come strobo ho delle Martin Atomic, dei led Sgm x-5, blinder 4 lite e dei Jarag come effettistica alogena.

Fra le novità ho sperimentato una serie di matrici led di nuova generazione, i Chromlech Elidy che uso in condivisione con il mondo video. Questi pannelli sono appesi dietro il ledwall e ne sfruttano il fattore di semi-trasparenza. Nella seconda parte dello show sono abbassati per andare ad occupare lo spazio dei moduli video movimentati sul palco.”

Il concerto è un susseguirsi di quadri, Elisa propone le sue ricerche e si fa trasportare dalle onde che crea grazie all’apporto di tutti: musicisti, tecnici e fan.

RIPRODUZIONE RISERVATA – © SHOWTECHIES

Foto di: MAMO POZZOLI

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