Gli scienziati hanno sviluppato una tecnica in grado di sincronizzare i flussi multimediali (audio e video) trasmessi su reti diverse a più dispositivi con meno di 10 millisecondi di ritardo.
Il cloud gaming, ossia la riproduzione di un videogioco in remoto, è un settore in forte crescita con un mercato globale da 6 miliardi di dollari ed oltre 23 milioni di operatori.
Una dei principali problemi di questa modalità di gioco nasce dallo streaming di video, audio e feedback tattile da una sorgente verso schermo e controller di un utente, generalmente su reti separate con conseguente ritardo. Gli esseri umani percepiscono questo ritardo se raggiunge i 10 millisecondi. In pratica si vede un’azione sul display, ma si sente mezzo secondo dopo.
Gli scienziati del MIT e di Microsoft Research hanno adottato un approccio unico inventando un sistema, chiamato Ekho che aggiunge rumore bianco (impercettibile) all’audio del gioco trasmesso dal server cloud per poi ascoltare le sequenze dell’audio registrato dal controller del lettore. Ekho utilizza la discrepanza tra queste sequenze di rumore per misurare e compensare continuamente il ritardo interstream.
Pouya Hamadanian, uno studente laureato al MIT in ingegneria elettrica ed informatica (EECS) ed autore di un articolo dove descrive la tecnica impiegata, ha dichiarato come ascoltare l’audio nella stanza si sia rivelata un’ottima soluzione.
Nel cloud gaming, il microfono sul controller del giocatore registra l’audio nella stanza, incluso quello del gioco riprodotto dagli altoparlanti sullo schermo e poi invia le informazioni, finora considerate inutili per il rumore di fondo, al server.
L’idea vincente è stata aggiungere sequenze identiche di rumore bianco a volume estremamente basso, noto come pseudo rumore, all’audio del gioco prima che venga trasmesso in streaming sullo schermo ed usare questi segmenti per la sincronizzazione.
Nella maggior parte dei casi, il sistema mantiene i flussi sincronizzati a meno di 10 millisecondi, mentre altri metodi comportano ritardi costanti superiori a 50 millisecondi.
La precisione a cui si può arrivare con Ekho è a livelli inferiori al millisecondo. Convinti dai risultati, i ricercatori vogliono testare Ekho in situazioni più complesse, come ad esempio cinque controller sullo stesso dispositivo con schermo, ma in futuro si pensa ad applicazioni di Realtà Aumentata (AR), Realtà Virtuale (VR) o a apparecchi alle due estremità di una stanza molto grande, come una sala da concerto.
La documentazione del lavoro sarà presentata alla conferenza ACM SIGCOMM, dal 10 al 14 settembre 2023, a New York.
Hamadanian è affiancato nell’articolo da Doug Gallatin, sviluppatore di software presso Microsoft, Mohammad Alizadeh, professore associato di ingegneria elettrica e informatica e membro del Laboratorio di informatica e intelligenza artificiale (CSAIL), Krishna Chintalapudi, ricercatore principale presso Microsoft Research.
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Foto/Immagine/Grafica: Jose-Luis Olivares/MIT
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