L’azienda giapponese esplora nuove opportunità nella tecnologia emozionale recuperando lavorazioni della tradizione artigianale nipponica.
Durante il Fuorisalone di Milano, dal 4 al 9 aprile, Panasonic presenta negli spazi dell’Accademia di Belle Arti di Brera un percorso che si suddivide tra il cortile della Magnolia con l’installazione multimediale “Electronics Meets Crafts” ed i sotterranei dove si espongono prodotti high-tech ispirati alle conoscenze antiche.
Nessun altro paese è riuscito a trasferire nella vita moderna i valori del passato come ha fatto il Giappone. Gli ebanisti ad esempio utilizzano circa 120 giunzioni di tipo flessibile, anche senza chiodi che ammortizzano gli urti garantendo resistenza. L’arte della falegnameria è talmente importante che la parola usata per definirla significa letteralmente “connettere le cose le une alle altre”. Questo background ha favorito la nascita di potenti multinazionali nel campo dell’elettronica.
Nel corso della giornata dedicata alla stampa, abbiamo avuto la possibilità di parlare con il direttore del Design Center Panasonic, Shigeo Usui, con il direttore del Centro Design in Europa, Kinya Hasegawa e con Yagi Takahiro del gruppo di artigiani GO ON con base a Kyoto.
Quali sono le principali diversità che percepite fra la visione orientale e quella occidentale nel portare la tecnologia nella quotidianità?
“Non è facile mettere a confronto le due realtà.” risponde Mr. Hasegawa. “Esistono differenze climatiche, culturali e storiche. Posso dare una mia opinione e generalizzando penso che gli orientali amino tutto ciò che è nuovo e quindi è semplice, persino dal punto di vista estetico, far loro accettare le innovazioni nella produzione. Il cliente occidentale invece è proteso verso il passato. Il mondo sta diventando sempre più piccolo ed i gusti sono destinati a mescolarsi.”
Mr Shigeo Usui, come si conciliano interpretazioni così eterogenee?
“Lo stile in Giappone è funzionale mentre gli occidentali sono legati all’emotività. Insieme a Go On abbiamo cercato di rendere contemporaneo quello che appartiene alla memoria.”
Mr Yagi Takahiro, come si superano i gap culturali?
“Gli artigiani sono la soluzione. Prenda una scatola per conservare il tè vecchia di 80 anni, ma ne esistono anche di più antiche trasmesse di generazione in generazione.
Io mi sono ispirato alla tipica forma cilindrica del contenitore per trasformarlo in un altoparlante. Sollevando il coperchio, la musica inizia a diffondersi nell’aria con una leggera vibrazione per poi richiudersi scivolando magneticamente nella scanellatura. Mi piacerebbe che un giorno i miei nipoti tenessero questo congegno che ho fabbricato e sentissero la musica che ascoltavo. Le tradizioni sono un ponte verso il futuro e ci sono nuovi mezzi di cui servirsi per innovare ed essere grati a chi ci ha preceduto. Lo scopo della partnership con Panasonic è quello di tramandare conoscenze ed usanze.”
Mr. Kinya Hasegawa, quali sono i prossimi sviluppi di Panasonic per offrire divertimento e benessere con la tecnologia?
“La società si sta impegnando sul fronte della bellezza funzionale. A volte il concetto è distante dalle esigenze dei nostri clienti ed il design è la chiave per risolvere la sfida posta dal progresso. Attualmente cerchiamo d’inserire le informazioni sullo stile di vita delle persone negli oggetti quotidiani. Ci aspettano notevoli cambi d’abitudine nell’infotainment, nella casa IoT ed i progettisti devono trovare un equilibrio fra l’ideazione e l’applicazione pratica.
A Brera si vede un prototipo di un display, l’Animated MultiPlayer, concepito con 4 altoparlanti e con la particolarità di riprodurre determinati contenuti in sintonia con l’utente come ambient movies, immagini o altre tipologie di entertainment.”
I vertici dell’azienda hanno partecipato numerosi all’inaugurazione, testimoniando con la loro presenza la fama della Milano Design Week. Laurent Abadie, CEO e Presidente di Panasonic Europe e Michiko Ogawa, Responsabile dei Progetti Tecnici di Panasonic Corporation hanno espresso grande apprezzamento per la cultura italiana necessaria alla formazione dei futuri artisti.
L’installazione multimediale, di circa 8 minuti, ricrea il fascino della spazialità dinamica dei giapponesi in cui dominano i ritmi della natura. Otto PT-DZ13 3 chip DLP da 12.000 lumen sono stati adoperati per la proiezione immersiva su telo scenografico in tessuto con il quale normalmente si confezionano i kimono.
Il dispositivo è dotato di supporto Multi-Screen per coprire vaste superfici assicurando un corretto color matching fino a 100 unità in simultanea. Il software Geometry Manager Pro permette di controllare il setup impostando maschere per complesse proiezioni adattabili a diverse forme.
Una sala sotterranea dell’Accademia ospita le raffinate realizzazioni di Go On. Non può mancare il legno modellato in recipienti dalle linee sinuose o in lampade LED con strisce tornite in bambù per ambientazioni rilassanti. La serie LED Take-Koro emette una luce dalla tonalità calda che ricorda i filamenti di carbonio delle prime sorgenti ad incandescenza ottenuti da bambù di Kyoto.
Il titanio è un metallo noto per la sua resistenza alla corrosione ed alle sollecitazioni meccaniche. La sua bassa conducibilità termica ha consentito la creazione di un incensiere con una delicata lavorazione a maglie argentee che lascia passare le fragranze.
La ricerca dell’armonia coinvolge tutti i sensi. Nell’aria si sentono voci diffuse da un pannello tessuto dove s’intrecciano oro ed argento che sfruttano l’elettricità statica del corpo per emettere onde sonore.
Sulla nostra pagina Facebook e sul canale YouTube trovate il video dell’installazione Panasonic a Brera.
Immagini e video: (c) Simona Braga
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