Grandiose scene di massa ed incredibili effetti nell’ultimo lavoro di Ridley Scott che trionfa al box-office.
Exodus – Dei e Re racconta l’impresa di Mosé, il personaggio biblico che sfida l’impero egiziano per liberare 400.000 schiavi ebrei in un film dove i VFX sono i veri protagonisti. Nel cast Christian Bale interpreta il ruolo principale, Joel Edgerton è Ramses II, John Turturro convince nei panni di Seti e Ben Kingsley è il saggio Nun.
Il regista Ridley Scott, dopo i successi di Alien, Blade Runner, Thelma & Louise ed il Gladiatore, torna al genere epico confrontandosi con una narrazione che ha ispirato diverse opere. Per i cinefili il paragone è con il kolossal, del 1956, I dieci comandamenti diretto da Cecil B. DeMille con attori leggendari come Charlton Heston, Yul Brynner, Edward G. Robinson e le immagini memorabili dell’apertura del Mar Rosso.
60 anni di storia del cinema separano le due produzioni. La prima costò 13 milioni di dollari, ne incassò subito 43 per poi arrivare ad 80 milioni. Il set fu ospitato in Egitto e la pellicola vinse l’Oscar per i Migliori Effetti Speciali firmati da John P. Fulton. La spettacolare sequenza che lo rese celebre fu realizzata riversando circa 1.137.000 litri d’acqua, appesantita con sostanze gelatinose, nelle gigantesche vasche degli studi Paramount. Le riprese furono trasmesse in modo inverso per simulare il deflusso. Ad aumentare lo sbalordimento degli spettatori contribuirono anche le nuove tecnologie del Technicolor ed il widescreen VistaVision.
Exodus ha un mega-budget di 140 milioni di dollari e si basa quasi interamente sulla computer grafica. Il governo egiziano non ha dato il permesso di girare nei luoghi originali perché la trama non è storicamente precisa e prevede la personificazione di Dio in un bambino, espediente contrario alle religioni musulmana ed ebraica che lascia perplessi in ogni caso.
Le location necessarie sono state trovate in Spagna con le incontaminate spiagge di Fuerteventura, nelle Canarie ed i paesaggi pietrosi che circondano Almería scelti per fabbricare le città di Menfis e Pi-Ramsés con oltre 600 costruzioni modificate in post-produzione
La lavorazione di Exodus ha coinvolto diverse società specializzate in VFX, fra cui MPC che ha elaborato molteplici scenari per creare digitalmente ambientazioni, monumenti, battaglie, comparse, animali, le terribili piaghe e l’onda che si alza dopo il passaggio degli ebrei. Un muro d’acqua che si abbatte sulle armate del faraone e che sembra travolgere il pubblico grazie al 3D Stereo.
Il team di MPC, coordinato dalla VFX Supervisor Jessica Norman e dal CG Supervisor Max Wood, ha completato più di 500 shot con interventi che fondono live action e crowd extension. Insieme a Gianluca Dentici scopriamo i segreti di Dei e Re.
“L’avventura in MPC è iniziata quando ho capito che in Italia rischiavo di mortificarmi come artista e supervisore degli effetti visivi. Sono felicissimo di essere entrato in questa realtà che vanta un’organizzazione perfetta per gestire pianificazioni su larga scala. Dopo anni di esperienza, non ho dubitato un solo istante a rimettermi in gioco da Senior Compositor.”
Quali fasi ha seguito il tuo dipartimento?
“Sono arrivato a progetto avanzato mentre i reparti di compositing erano impegnati nella realizzazione dell’imponente onda e della scena con numerosi carri egiziani che precipitano lungo i burroni del sentiero di montagna, nel tentativo di fermare il popolo ebraico.
Personalmente mi sono occupato di alcune inquadrature in cui Mosé incita alla fuga accorgendosi che il nemico è alle spalle. Abbiamo aggiunto folle, uccelli e sfondi per accrescere la drammaticità delle sequenze. Certi shot hanno un rendering 3D molto accurato per il posizionamento di extra CG nella vicinanza degli attori e delle camere.”
Come sono stati inseriti i vari movimenti?
“MPC ha costruito 3 eserciti: le milizie egiziane che si scontrano con le ittite nella battaglia di Kadesh, oltre a quelle ebraiche. Un lavoro enorme che ha richiesto di moltiplicare svariati elementi. Gli spostamenti di cavalli, carri e stuntmen sono stati catturati con l’impiego di circa 400 sensori attraverso la motion capture Audiomotion con bardature pensate per ricavare un elevato dettaglio.
Il settore del lighting ha fornito tanti “passes” (livelli di rendering) per offrire ai compositor la possibilità di fondere in maniera realistica le integrazioni CG intervenendo anche su piccole parti come scarpe, occhi e capelli.”
Exodus è in 3D stereoscopico. Quali camere sono state usate?
“Le Red Epic MX con sensore Dragon ed ottiche Angenieux serie Optimo (obiettivi 15-40 mm T2.6 e 28-76 mm T2.6, ndr) scelte dal Direttore della Fotografia, Darius Wolski per evitare il cambio lenti nel 3D. Il matchmoving non ha comportato problemi perché la squadra di MPC è formidabile. I due flussi stereografici (canale sinistro e destro) sono controllati, allineati di colore ed eventualmente corretti nel caso di minime imprecisioni che sono normali in questo genere di ripresa. La versione riveduta, triage, è la base per il compositing finale.”
Quali software si sono adoperati per gli effetti più scenografici?
“MPC è famosa per aver sviluppato tool per migliorare lavorazioni specifiche a supporto di Nuke, Maya o altri applicativi. Ad esempio Alice è il tool di crowd. Il programma fu predisposto per Troy e perfezionato successivamente per una qualità impressionante nella riproduzione dei digital-extra ed ha il pregio d’interfacciarsi con Renderman.
Flowline è il simulatore di fluidi utilizzato per l’animazione di acqua e liquidi vari, mentre Kali porta il nome della temibile divinità femminile hindu perché serve per distruggere gli oggetti ed è stato impiegato nel crollo della montagna. I rilievi aerei di Cofete hanno permesso di disegnare l’altura demolita con Kali. Lo staff di MPC ha anche ricreato le superfici interne che si rivelano al momento del cedimento ed arricchito la verosimiglianza con polvere e fumo.”
Parlando del film non si possono omettere le differenze rispetto ai testi sacri ed alle vicende storiche. Per secoli Mosè è stato considerato una figura mitica. Solo recentemente alcuni studiosi hanno proposto una corrispondenza con un personaggio reale, pur ignorando l’esatto periodo in cui visse. In Exodus Mosé non invecchia ed il fascino di Bale rimane inalterato nonostante trascorrano circa 80 anni dall’inizio degli eventi fino all’episodio della fuga.
Nella Bibbia, Faraone è un nome proprio, ma in “Dei e Re” l’anti-eroe è identificato con Ramses II, un sovrano molto più illuminato di come appare. Quanto alle piaghe, è già difficile ricordarsi tutti i 10 castighi inviati da Dio sull’Egitto, senza l’undicesima maledizione inventata da Scott con feroci coccodrilli che attaccano i pescatori sul Nilo a beneficio del 3D Stereo.
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Foto di: 20TH CENTURY FOX – PARAMOUNT PICTURES – MPC – Si ringrazia per la documentazione Jonny Vale di MPC.
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