Oggi, 18 maggio, si corre l’ultima tappa della corsa più bella al mondo con arrivo trionfale a Brescia.
Fin da bambino, nonno Lauro e papà Antonio mi portavano a vedere la Freccia Rossa, la celebre 1000 Miglia, lungo le strade del paese. Ricordo bene l’emozione: il colore sgargiante delle carrozzerie, il rombo dei motori, il grattare delle marce che non entravano immediatamente mancando il sincronizzatore del cambio.
Vetture strane che non si vedevano tutti i giorni, con i musi appuntiti, i grandi fari. Per me era come se fossero guidate da supereroi tanta forza dovevano metterci per girare il volante.
La gara nasce nel 1927 come competizione stradale di granfondo con la “Coppa delle Mille Miglia” organizzata dall’Automobile Club di Brescia, così come riportato nel libro di Canestrini, edito nel 1967 da L’Editrice dell’Automobile, dove si narra dell’arrivo nella sua casa di Milano dei “cavalieri bresciani” ossia il gruppo costituito da Mazzotti, Maggi, Castagneto e Monti.
La manifestazione è organizzata come gara unica, non a tappe, lungo un percorso a forma di “otto” da Brescia a Roma con una distanza di circa 1.600 km, corrispondenti al nome che la renderà famosa in tutto il mondo: 1000 Miglia.
L’evento si ferma per la guerra dal 1941 al 1946, ma riprende fino al 1957. Nel 1938 registra il primo incidente a Bologna con il ribaltamento di una Lancia Aprilia che costa la vita a 10 persone, tra cui 7 bambini e che porterà alla soppressione della successiva edizione.
Nel 1957 arriva lo stop definitivo dopo la tragedia di Guidizzolo, in provincia di Mantova, in cui lo scoppio di un pneumatico fa uscire di strada la Ferrari 335 S n° 531 del pilota spagnolo Alfonso De Portago che muore insieme al navigatore Gurner Nelson ed a nove spettatori, fra cui cinque bambini.
Il Governo vieta le corse automobilistiche su strada in tutto il territorio nazionale. Dal 1977 rivive come gara di regolarità per auto d’epoca riservata a vetture prodotte non oltre il 1957 che hanno partecipato o risultavano iscritte alla corsa originale.
Ancora oggi veder passare tutte quelle belle auto rappresenta la felicità di ogni appassionato che ammira modelli da sogno che la maggior parte di noi apprezza solo nelle riviste o in TV. La Freccia Rossa è un museo viaggiante con Aston Martin, Bugatti, Cisitalia, Conrero, Ermini, Ferrari, Lancia, Maserati, Mercedes, Porsche, Siata, Talbot.
Nell’anno di Leonardo la corsa ha fatto tappa a Vinci, venerdì 17 maggio, per omaggiare il genio italiano. So che può sembrare un paragone azzardato, ma per me la 1000 Miglia è una “Gioconda automobilistica“, una sintesi di perfezione meccanica con la musica del motore che scandisce i giri del tachimetro, la sincronia di raffinate trasmissioni accompagnate dall’odore acre di benzina, olio bruciato e sudore. Emozioni che le auto di oggi tutte centraline ed elettronica non possono dare con piloti esperti che guidano la loro macchina e non “si fanno guidare”.
Potenza, eleganza e stile. Ad aprire la carovana un gruppo di “Ferrari Tribute to Mille Miglia” con diversi “cavallini” dalla Hypercar LaFerrari, alla 488, a cui si uniscono F40, Ferrari 512 BB, Ferrari 275. Giovedì 16 maggio ha fatto notizia l’incidente fra due vetture del Ferrari Tribute che si sono scontrate in un sorpasso finendo fuoristrada. Fortunatamente in quel tratto non c’erano spettatori e risulta ferito solo uno dei passeggeri.
La tradizione Mercedes è legata fin dagli albori alla corsa con le vittorie di Rudolph Caracciola nel 1931 e di Stirling Moss nel 1955 che registra il record di velocità, ancora imbattuto, tra Brescia-Roma e ritorno con il tempo di 10 ore, 7 minuti e 48 secondi a una media di 157.65 Km/h.
Quest’anno è un tripudio di Zagato di cui si celebrano i 100 anni con una selezione della terza generazione Contemporary, realizzate in edizione limitatissima e mai viste tutte insieme, fra cui l’Aston Martin Vanquish Zagato shooting Brake, la DB7 GT Zagato, l’Aston Martin Vanquish Zagato GT Coupé e Roadster, senza dimenticare la mastodontica Alfa Romeo Tz3 (Tubolare Zagato 3) stradale, l’Alfa Romeo SZ e la rarissima Lancia Hyena.
Tra i VIP del 2019 si sono visti: sulla guest car 1000 Roberto Giolito, disegnatore della Multipla e della nuova 500 con Maria Leitner e Federica Masolin, Carlo Cracco su Lancia Aurelia B20GT del 1951 numero 337, Joe Bastianich su Healey Silverstone 2400 del 1950 numero 183.
Cari lettori questa è la mia esperienza. E voi state ancora seduti a leggere l’articolo? Vi do un consiglio, se siete in zona lasciate tutto ed uscite, la corsa piu’ bella del mondo vi sta aspettando.
Stay tuned.
RIPRODUZIONE RISERVATA – © SHOWTECHIES Marco Zanovello
Fotografie: Ufficio Stampa Mille Miglia – Marco Zanovello – Vietata la riproduzione senza autorizzazione scritta.
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