Dal 10 febbraio 2023, il Rijksmuseum di Amsterdam apre al pubblico la sua prima retrospettiva dedicata all’artista olandese con 28 dipinti in prestito da 7 nazioni. Mai tanti Vermeer insieme e le prenotazioni hanno già superato i 200.000 biglietti.
Johannes Vermeer (1632-1675) è conosciuto per l’uso magistrale della luce, quasi sempre proveniente da una finestra alla sinistra dell’inquadratura.
A differenza di Rembrandt, Vermeer ha lasciato solo 37 dipinti (il parere è discorde, alcuni esperti dicono meno, ndr), di cui quattro appartengono al Rijksmuseum che nella Gallery of Honour espone: La Lattaia, Lettera d’Amore, La stradina di Delft, Donna in blu che legge una lettera.
Dopo la monografica della National Gallery of Art di Washington e del Mauritshuis de L’Aia non si pensava di riuscire ad organizzare un evento di tale importanza. Un’opportunità da non perdere considerando che raramente le collezioni si privano di tele così preziose. La Frick Collection di New York ha inviato i suoi tre capolavori: Concerto interrotto, Ufficiale con ragazza che ride (in Europa dopo un secolo), Domestica che porge una lettera alla padrona.
L’esposizione include opere come: Il geografo (Museo Städel, Francoforte sul Meno), Donna che scrive una lettera in presenza della domestica (The National Gallery of Ireland, Dublino), Fanciulla con cappello rosso (The National Gallery of Art, Washington DC), Ragazza con un bicchiere di vino (Musei statali di Berlino). La ragazza con l’orecchino di perla sarà ad Amsterdam solo fino al 30 marzo per poi rientrare al Mauritshuis, a L’Aia.
La mostra è progettata dall’architetto e designer francese Jean-Michel Wilmotte che ha allestito undici sezioni tematiche con spazi in velluto nelle tonalità verde intenso, melanzana e blu rifacendosi alla tinte tipiche dell’artista.
In occasione della mostra diversi dipinti, in particolare i quadri di proprietà del museo, sono stati sottoposti ad analisi con strumentazioni all’avanguardia.
Le attrezzature sono in grado di fornire informazioni sulla tecnica pittorica e sull’evoluzione della composizione permettendo di capire il risultato finale all’epoca della realizzazione, le modifiche causate dal tempo o da interventi di restauro.
Pieter Roelofs, Responsabile delle Pitture e Sculture del Rijksmuseum, ha evidenziato la capacità del maestro di raccontare piccole storie personali con dettagli che catturano l’attenzione dei visitatori.
Ne La stradina di Delft la perfezione degli elementi racchiusi in una successione di moduli aurei si anima con le figure ritratte in occupazioni della vita di tutti i giorni. Sembra che il pittore si sia posto ad una finestra della casa di fronte ed alcuni studiosi sostengono che abbia impiegato la “camera oscura“.
Donna in blu che legge una lettera è uno dei capolavori della maturità ed è capace di trasmettere serenità con la luce che sottolinea morbidamente la maternità plasmando i volumi del vestito.
In uno dei video divulgativi di preparazione alla visita, Roelofs fa notare come Vermeer si serva di un’ampia gamma di colori. Pur non essendo ricco, il pittore ha sempre adoperato il blu derivato dai lapislazzuli, pietre semi preziose che nel XVII secolo arrivavano dal Badakhshan, nell’attuale Afghanistan. Ancora oggi la tinta si mantiene in ottimo stato ed il blu irraggia luminosità.
Al contrario di altri pittori dello stesso periodo, Vermeer non aggiunge bianco al blu preferendo diversificare l’intensità delle pennellate per comunicare maggiore forza.
Sullo sfondo della tela, è appesa la stessa carta geografica inserita anni prima ne Ufficiale con ragazza che ride. La mappa con le province dell’Olanda e della Frisia occidentale è stata realizzata da Balthasar van Berckenrode e pubblicata dal cartografo Willem Janszoon Blaeu (1620).
La struttura di Lettera d’Amore è una successione prospettica. La scena è vista attraverso una porta che si apre su oggetti di vita quotidiana come zoccoli, scopa, cesto per la biancheria. Lo sguardo d’intesa fra le donne trasmette la curiosità di sapere cosa conterrà il messaggio.
Francesca Gabrieli, giovane ricercatrice italiana, lavora nel Dipartimento Scientifico del Rijksmuseum occupandosi principalmente della spettroscopia di riflettanza. Sostanzialmente si scattano immagini e per ogni pixel si ricavano informazioni sulla composizione chimica.
Il blu della gonna della donna in piedi sembra di un unico tipo, ma l’analisi ha rivelato lo spettro che identifica il blu oltremare con una mescolanza di verde terra.
Frederik Vanmeert, ricercatore dell’Università di Anversa, è un chimico che ha sviluppato uno strumento per investigare la superficie dei dipinti.
La tecnica adottata è la Macroscopic X-ray Powder Diffraction in cui un raggio sottile scansiona il dipinto. Questo processo molto lento, ci vogliono circa 12 ore per una zona di 5 x 10 cm, consente di comprendere l’evoluzione nella scelta dei pigmenti e le stratificazioni nel corso di 350 anni.
Precedenti studi provano che Vermeer usi il pigmento piombo bianco per il bianco luminoso, ora si è constatato che nel bianco ombreggiato preferisca un derivato più leggero sempre di piombo bianco.
La lattaia di Vermeer è uno dei dipinti più famosi al mondo e migliaia di persone visitano il Rijksmuseum per ammirarlo.
Il soggetto trasmette compostezza ed ha contribuito alla riscoperta da parte dei moderni grazie al pittore inglese Joshua Reynolds che segnalò il talento del maestro di Delft quando il suo nome era ormai sconosciuto.
Quali segreti nasconde il quadro?
Anna Krekeler, conservatrice e ricercatrice delle pitture, racconta come sia appassionante scoprire le fasi di avanzamento della creazione.
Le tecnologie Macro X-ray Fluorescence (MAXRF) e Reflectance Imaging Spectroscopy (RIS) consentono di vedere gli strati di pittura sovrapposti permettendo l’identificazione dei pigmenti e la visualizzazione delle variazioni decise dall’artista.
Ne La lattaia si è scoperto che Vermeer ha cambiato la composizione in corso d’opera. Inizialmente dietro la testa della protagonista era stato abbozzato un sostegno in legno, tipico del XVII secolo, al quale si appendevano le brocche, come quello della ricostruzione della casa delle bambole del Museo.
In basso a sinistra, negli strati sottostanti de La Lattaia, si vede il disegno di un cesto o di una culla.
Entrambi i dettagli sono stati cancellati dal pittore che li ha coperti con la pittura bianca del muro. In questo modo l’impianto risulta maggiormente equilibrato con la figura femminile che si staglia nell’atto di versare il latte grazie alla mancanza di decorazioni a distrarre l’occhio.
Le parti cancellate emergono nell’immagine a falsi colori SWIR con lunghezza d’onda nell’infrarosso. Il portavasi è renderizzato in blu, ma questo non vuol dire che sia stato eseguito in quel colore. Paragonando i risultati delle differenti indagini, si è visto come fosse nero ad uno stadio iniziale del dipinto.
La ricerca continua ed i risultati saranno presentati in un simposio internazionale al Rijksmuseum nel 2025, 350 anni dopo la morte di Johannes Vermeer.
Se non riuscite andare ad Amsterdam, il Museo ha preparato una vasta documentazione con video in lingua inglese con i sottotitoli.
Informazioni per la visita:
Rijksmuseum – Museumstraat 1, Amsterdam
Sito web: https://www.rijksmuseum.nl/en/whats-on/exhibitions/vermeer
Orari Mostra: dal 10 febbraio al 4 giugno, dalle 9.00 am alle 18.00 pm, l’orario è stato esteso fino alle 22.00pm nelle giornate di giovedì, venerdì e sabato. E’ obbligatorio rispettare l’orario d’ingresso indicato nella prenotazione
Da verificare eventuali chiusure e/o cambi di orario.
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Immagini/Screenshot: Rijksmuseum Amsterdam
Parto!
Pochi ma splendidi!
Veramente una mostra da nonperdere
Meraviglioso spero di andare
Da non perdere assolutamente
I dati ricavati sono molto interessanti, ma ho la certezza che tali tecniche non siano esenti da rischi sui dipinti. Vedasi il gran brutto pasticcio dell’Ultima Cena a Milano.
A volte vivere in Olanda riserva delle sorprese. Vale la pena vedere questi quadri. Saluti da Amsterdam.
Mai visto tanti quadri così belli in una sola mostra a parte quella di Van Gogh.
Un bellissimo articolo!
Bellissimi… un articolo molto interessante che non ho esitato a condividere con colleghi ed amici appassionati d’arte. L’Olanda ci aspetta.
Non potreste organizzare un viaggio?
E’ una mostra pazzesca, la consiglio.